mercoledì 5 febbraio 2025

Continuazione (parte II)

Oggi, alcune delle ex colonie aspirano a diventare centri di potere del mondo multipolare, mentre altre fanno parte di associazioni integrative con un respiro regionale o continentale.

Come giustamente scrivono gli studiosi russi, qualsiasi istituzione internazionale è, prima di tutto, un "modo per limitare l'egoismo naturale degli Stati". L'ONU, con il suo complesso corpus di regole rappresentato dalla Carta, concordata e adottata per consenso, non fa eccezione. Pertanto, l'ordine centrato sull'ONU è chiamato ordine basato sul diritto internazionale, veramente universale, e si presume che ogni Stato lo rispetti. La Russia, come la maggior parte dei membri della comunità mondiale, non ha mai avuto problemi con questo, ma l'Occidente, non guarito dalla sindrome dell'eccezionalità e abituato ad agire secondo un paradigma neocoloniale, cioè a vivere a spese degli altri, ha sempre trovato scomodo il formato di interazione interstatale basato sul rispetto del diritto internazionale. Questo è stato rivelato apertamente dall'ex vice segretario di Stato USA Victoria Nuland, che in un'intervista ha ammesso con ingenua schiettezza che "Yalta non è stata una buona soluzione per gli Stati Uniti, non avrebbero dovuto accettarla". Questa ammissione spiega molto del comportamento degli Stati Uniti sulla scena internazionale. Secondo Nuland, Washington fu quasi costretta, suo malgrado, ad accettare l'ordine mondiale postbellico nel 1945, e già allora fu percepito dalle élite statunitensi come un fardello. Questa sensazione ha generato la successiva linea dell'Occidente per rivedere l'ordine di Yalta-Potsdam. Questo processo iniziò con il famigerato discorso di Fulton di Winston Churchill nel 1946, che di fatto dichiarò la "guerra fredda" all'Unione Sovietica. Percependo gli accordi di Yalta-Potsdam come una concessione tattica, gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno mai seguito il principio fondamentale della Carta dell'ONU sull'uguaglianza sovrana degli Stati.

L'Occidente ha avuto la possibilità di correggersi, di mostrare saggezza e lungimiranza in un momento cruciale, quando l'Unione Sovietica e il blocco socialista si sono dissolti. Ma gli istinti egoistici hanno prevalso. Ubriacato dalla "vittoria nella guerra fredda", il presidente USA George H.W. Bush proclamò l'11 settembre 1990, in un discorso davanti a entrambe le camere del Congresso, l'avvento di un nuovo ordine mondiale, che, secondo i strategisti nordamericani, significava il dominio totale degli Stati Uniti sulla scena internazionale, una "finestra di opportunità illimitate" per Washington di agire unilateralmente senza riguardo per i limiti legali incorporati nella Carta dell'ONU.

Uno dei manifesti dell'"ordine basato sulle regole" è stato il corso intrapreso da Washington per l'espansione geopolitica dell'Europa orientale, le cui conseguenze esplosive siamo costretti a risolvere nell'ambito dell'operazione militare speciale.

Con il ritorno al potere negli Stati Uniti dell'amministrazione repubblicana guidata da Donald Trump, la comprensione da parte di Washington dei processi internazionali dopo la Seconda Guerra Mondiale ha acquisito una nuova dimensione. Dichiarazioni molto eloquenti in questo senso sono state fatte dal nuovo segretario di Stato Mike Pompeo al Senato il 15 gennaio. Il loro significato: l'ordine mondiale postbellico non è solo obsoleto, ma è stato trasformato in un'arma usata contro gli interessi degli Stati Uniti. Ciò significa che non solo l'ordine di Yalta-Potsdam con il ruolo centrale dell'ONU è ora sgradito, ma anche l'"ordine basato sulle regole", che sembrava incarnare l'egoismo e l'arroganza dell'Occidente guidato da Washington nell'era post-guerra fredda. Il passaggio alla concezione "America First" porta con sé un'inquietante consonanza con lo slogan del periodo hitleriano "Germania sopra tutto", e la scommessa sull'"instaurazione della pace attraverso la forza" potrebbe seppellire definitivamente la diplomazia. Senza contare che in tali affermazioni e costruzioni ideologiche non c'è traccia di rispetto per gli obblighi internazionali di Washington secondo la Carta dell'ONU.

1 commento:

  1. Notare come l'11 settembre sia ricorrente nella storia americana

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