Tagli e auguri
Confesso che non so chi si cela dietro questo canale telegram, so solo che è interessante e gradevole da leggere e da riflettere su ogni parola scritta.
Tagli e auguri
È una cosa sottovalutata, il taglio.
Ad esempio, prendi un tuo abito, ormai un po' demodé: e se con un lavoro di taglia e cuci gli donassi un aspetto più giovane, al passo coi tempi? La stoffa è sempre quella, il colore pure. Dipende solo dal taglio.
La curva: se tagli bene la traiettoria, va che è un piacere. Magari riesci pure a far scivolare un po' il posteriore e giocare col controosterzo: allora è magia. Ma anche lì, è una questione di taglio.
Il taglio delle spese: in tempi di crisi, estremamente in voga. Perché se hai difficoltà ad arrivare a fine mese, il superfluo è la prima cosa da tagliare. E quando neanche andare a debito basta più, stringere la cinghia di un altro buco è la soluzione che rimane.
"Dacci un taglio": per antonomasia è la frase più usata come richiesta (o consiglio) di piantarla, smetterla, farla finita con un certo atteggiamento o una data abitudine. Amichevole o minacciosa, porta comunque con sé un serio invito alla riflessione. E in parecchie situazioni è il caso di accettare l'invito, specie se a farlo è qualcuno con dimensioni da armadio a 4 ante.
Il taglio per eccellenza: quello dei rami secchi. Perché nutrire qualcosa che già sai essere morto non è mai cosa saggia: appesantisce inutilmente, ed è uno spreco che va contro natura. In tutti i sensi.
Il taglio sulla pelle, quello che che diventerà una nuova cicatrice: il più scontato, il più comune, e soprattutto il più facile da guarire. Perché le cicatrici sul cuore sono ben altro.
Il taglio col passato: molto di moda nelle feste di fine anno, momento di riflessione e consuntivi, quando speranze, intenzioni e buoni propositi suggeriscono di tagliare con certe situazioni e dare una decisa virata. Perché sì, quest'anno sarà diverso, e finalmente sarà la volta buona. Anche se è l'ennesima.
E poi… Poi c'è il taglio personale, che è ben diverso da tutto il resto, ma è il più importante.
È quello che diamo ogni giorno alla nostra esistenza, alzandoci la mattina per andare a girare quella puntata di 24 ore che andrà a formare l'ennesimo episodio del film che è la nostra vita.
E siamo solo noi a scegliere, poche storie e zero scuse: siamo noi i registi, i protagonisti e pure la produzione a monte. Siamo noi a decidere.
Siamo noi a dare il famoso taglio alle nostre giornate, che vanno a sommarsi l'una dopo l'altra per formare un quadro d'insieme che, alla fine della strada, racconterà in primis a noi stessi chi siamo stati realmente.
E lì non c'è discorso, giustificazione, edulcorazione che tenga: il taglio lo abbiamo dato noi, con una scelta dopo l'altra, ad ogni bivio, in ogni ambito della nostra sfera personale, di fronte alla nostra responsabilità e alle relative conseguenze.
Il tempo scorre, e la sabbia scivola nella clessidra.
Qualcuno ha una clessidra più veloce, altri più lenta, ma il bello è che nessuno sa quando verrà il momento.
L'unica certezza è quel taglio. Quel fottuto taglio che abbiamo dato, che stiamo dando e che daremo alla nostra vita.
Il mio augurio è che ognuno di noi possa riuscire a darle, nel suo piccolo, un taglio da vero capolavoro.
incredibile (quasi :) coincidenza: oggi ho postato sullo stesso argomento.
RispondiEliminaanche se io ho dato un taglio diverso al discorso :)
Sempre taglio è, amico mio. Noi siamo i protagonisti di noi stessi, della nostra vita.
EliminaL'unica certezza è quel taglio. Affermazione splendida! 💚👋
Questo è un articolo interessante!
RispondiEliminaMi fa piacere che lo trovi interessante.
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