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Ci vogliono ignoranti

Una giovane universitaria che deprecava giustamente i proprietari di cani indifferenti alla rimozione dei bisognini dei loro animali, ha confuso deiezioni con delazioni. Siparietto divertente, ma è la prova dell’ignoranza che sta privando di parole e conoscenze un’intera generazione, quella detta Z, i nativi digitali, cresciuti a pane, internet e smartphone. L’ignoranza è forza, era scritto sul grande palazzo del partito unico al potere nel romanzo 1984. Missione compiuta, giacché negli ultimi decenni si sta diffondendo un’epidemia contagiosa di asineria. Poiché però le ultime generazioni sono state programmate per credere di essere le più avanzate, sapienti ed illuminate della storia, aveva ragione Goethe: nulla è più terribile di un’ignoranza attiva. E a Montaigne: l’ignoranza che si conosce, si giudica e si condanna non è un’intera ignoranza: perché lo sia, bisogna che ignori se stessa. Incultura tronfia come quella del signorino soddisfatto intravista da Ortega y Gasset. I asu ‘d ...